INSONNIA

La difficoltà a prendere sonno o a mantenerlo (risvegli notturni e difficoltà a riaddormentarsi), il risveglio precoce al mattino e l’insoddisfazione della qualità o della quantità del proprio sonno sono sintomi dell’insonnia. Essa è alla base di una compromissione dell’efficienza della persona nelle attività quotidiane (DSM-5).
Se si pensa che il 50% delle persone riferiscono di aver avuto almeno in un periodo della loro vita dei disturbi del sonno e che ne soffre il 10% della popolazione adulta, è possibile comprendere quanto essi siano diffusi.
Alla base di tale disturbo sembrerebbe esserci una sorta di circolo vizioso: le persone che soffrono d’insonnia, infatti, tendono a cercare di controllare la loro capacità di addormentarsi. Questo, però, aumenta l’attenzione e gli sforzi rivolti all’addormentamento, e le emozioni ed i pensieri negativi per la difficoltà nel riuscirci.
A tutto questo si aggiungono le preoccupazioni per i problemi quotidiani, i pensieri sulla programmazione della giornata che arriverà, il timore di non riuscire a dormire e di non essere riposati il giorno successivo.
Che cosa significa, al contrario, avere un buon sonno? La presenza delle seguenti caratteristiche:
- qualità oggettive: addormentamento rapido (15/20min); sonno ininterrotto; sonno stabile nel tempo
- qualità soggettive: sonno ristoratore; benefico; efficienza al risveglio
- correlati diurni: vigilanza; concentrazione; rilassamento; produttività
CONSEGUENZE
L’alterazione del sonno causa disagio o compromissione nello svolgere le attività quotidiane.
La deprivazione cronica del sonno può portare, inoltre:
- sonnolenza ed affaticamento;
- deficit cognitivi: calo delle capacità di attenzione, difficoltà della memoria, diminuzione dell’efficacia;
- calo delle prestazioni lavorative e scolastiche;
- irritabilità emozionale, depressione, iper-valutazione del disagio;
- indebolimento del sistema immunitario;
- aumento del rischio di sviluppare altri disturbi psicologici come ansia, depressione, abuso di sostanze.
COME AFFRONTARE QUESTA PROBLEMATICA
Spesso l’insonnia viene curata attraverso un trattamento farmacologico.
Ricerche recenti dimostrano, però, come sia possibile affrontarla anche senza ricorrere ai farmaci, attraverso l’approccio cognitivo-comportamentale.
E’ necessario iniziare, attraverso un’approfondita valutazione, con l’identificazione delle cause che possono aver favorito l’insorgenza del disturbo.
Si agirà, poi, partendo da una conoscenza approfondita del sonno, delle sue caratteristiche, delle ore necessarie per ottenere un sonno ristoratore.
Sarà possibile, poi, intervenire anche su emozioni, convinzioni e pensieri disfunzionali legati al sonno.
Attraverso l’utilizzo di tecniche validate scientificamente, inoltre, la persona potrà sviluppare abitudini più efficaci al fine di ottenere una buona qualità del sonno.
In questo modo il soggetto tornerà, in poco tempo, ad avere un sonno ristoratore ed avrà benefici a lungo termine senza effetti collaterali.
Questo percorso è adatto a tutte le età ed a tutte le condizioni di salute (anche nei casi di dolore cronico).
Se anche tu vuoi tornare a dormire sonni sereni contattami, sarò a tua disposizione per darti tutte le informazioni su questo disturbo e su come affrontarlo!
