ENURESI

L’enuresi fa parte di quelli che il DSM-5 definisce disturbi dell’evacuazione. Si può parlare di enuresi quando, in un bambino di almeno 5 anni d’età, si presenta la perdita di urine, sia essa involontaria o intenzionale, in luoghi inappropriati (per esempio: letto, vestiti).

Esistono due differenti tipi di enuresi:

primario: in questo caso il bambino non ha mai raggiunto il controllo urinario;

secondario: il bambino ha raggiunto il controllo della vescica ed il disturbo si manifesta in un momento successivo.

Inoltre, l’enuresi si può suddividere in tre categorie:

  • diurna: le perdite avvengono solo durante il giorno e si manifestano con stimoli improvvisi di urinare che non riescono ad essere controllati, oppure lo stimolo viene trattenuto ripetutamente e rimandato fino al momento in cui risulta impossibile resistervi. Questa forma di enuresi può anche essere correlata alla paura di utilizzare il bagno (a scuola, per esempio, tale comportamento può essere legato ad ansia sociale);
  • notturna: il rilascio di urine avviene esclusivamente durante il sonno notturno;
  • diurna e notturna: le perdite avvengono sia di giorno che durante il sonno, è la forma più invalidante per il bambino.

Bisogna sempre tenere in considerazione che il rilascio di urine diurno o notturno può essere legato a:

  • problemi psicologici o emozionali quali, ad esempio, ansia, eventi stressanti o traumatici (come: trasferimento, nascita di un fratellino/ una sorellina, separazione dei genitori, cambiamento della scuola, lutti ecc)
  • apprendimento di un comportamento disfunzionale
  • cause genetiche (l’enuresi ha una certa familiarità, quindi se i genitori ne hanno sofferto, i figli hanno maggiori probabilità di sviluppare tale problematica)
  • cause fisiche (infezioni delle vie urinarie, malattie croniche dei reni, diabete, epilessia). Nel caso in cui il disturbo fosse dovuto a cause organiche, sarà necessario agire su di esse da un punto di vista medico.

CONSEGUENZE

L’enuresi può causare: una compromissione nel funzionamento sociale o scolastico del bambino, prese in giro o isolamento sociale da parte dei coetanei, ripercussioni negative sulla sua autostima derivanti dal senso di vergogna che può provare, difficoltà nei rapporti con gli adulti di riferimento a causa di mortificazioni o punizioni conseguenti al rilascio di urine.

COME AFFRONTARE QUESTA PROBLEMATICA

L’orientamento cognitivo-comportamentale ha evidenziato una risoluzione nell’80% dei casi di enuresi.

Il percorso inizia con una fase di valutazione approfondita e psicoeducazione, volta a fornire informazioni sui sintomi, sulle cause, sui fattori che possono mantenere il disturbo stesso e su quelli che lo possono contrastare. Questa prima fase vedrà il coinvolgimento sia dei genitori che del bambino, adeguando il linguaggio e la spiegazione alle sue capacità di comprensione. È importante che quest’ultimo venga coinvolto nell’intervento e non sia un destinatario passivo, poiché la sua motivazione e collaborazione risultano fondamentali per la buona riuscita dell’intervento.

Sarà poi fondamentale comprendere quali cause possano aver generato il problema, quali siano i fattori predisponenti (o di vulnerabilità) e quelli di mantenimento.

Soltanto a questo punto si passerà all’utilizzo di specifiche tecniche scelte in modo flessibile a seconda del caso specifico, che andranno a modificare le abitudini comportamentali alla base del problema, a permettere di apprendere abilità specifiche di controllo urinario e praticare una corretta igiene del sonno, modificando, quindi, tutti i comportamenti disfunzionali legati all’enuresi.

Fondamentali saranno gli incontri di Parent Training con i genitori volti al miglioramento non solo delle conoscenze sul problema ma anche del loro modo di gestirlo.

Ove necessario, verrà importato anche un intervento finalizzato a migliorare la gestione delle emozioni.

Tutto questo comporterà anche ricadute positive sull’autostima del bambino, mettendo in evidenza le sue risorse e permettendogli di acquisire maggiore fiducia in se stesso.

Se leggendo questo articolo hai riconosciuto le difficoltà del tuo bambino, contattami, sarò a tua disposizione per rispondere a qualsiasi necessità.