ENCOPRESI

Il DSM-5 descrive l’encopresi come l’emissione, sia involontaria che intenzionale, di feci in luoghi inappropriati (es. vestiti, pavimento ecc). Per poter fare diagnosi di encopresi l’età del bambino deve essere di almeno 4 anni.

L’encopresi può essere:

primaria: in questo caso il bambino non ha mai raggiunto il controllo sfinterico (ossia non ha mai imparato ad usare il vasino o il wc per defecare);

secondaria: il bambino ha raggiunto il controllo sfinterico in modo adeguato e poi è stato perduto.

L’encopresi si manifesta:

  • con costipazione e incontinenza da sovrariempimento: l’esame obiettivo addominale o rettale evidenzia la presenza di una grossa massa fecale oppure la frequenza di defecazione risulta inferiore a tre volte alla settimana. In genere le feci sono poco formate e la fuoriuscita può variare da poco frequente a continua;
  • senza costipazione e incontinenza da sovrariempimento: all’esame obiettivo o all’anamnesi le feci risultano solitamente di consistenza normale ed il soggetto si sporca in modo intermittente.

L’encopresi può essere legata a:

  • cause organiche: costipazione cronica, megacolon, malattie gastrointestinali che possono essere fattori scatenanti del disturbo. Non bisogna, però, confondere questi casi con quelli in cui il rilascio di feci è legato ad una patologia medica: in tali situazioni non è possibile fare diagnosi di encopresi e, per questo, saranno necessari ulteriori accertamenti e cure mediche
  • fattori psicologici come, ad esempio, ansia, richieste o aspettative eccessive, iperprotezione da parte dei famigliari, eventi stressanti, errato addestramento all’utilizzo del vasino, ritenzione delle feci per paura del dolore (si crea, in questo modo, un circolo vizioso)
  • fattori cognitivi: ritardo nello sviluppo
  • fattori ambientali: ambienti stressanti, gabinetti sporchi, dieta povera di fibre, intolleranze alimentari, scarsa assunzione di liquidi.

CONSEGUENZE

L’encopresi può avere delle gravi ricadute sulla socialità del bambino. Quest’ultimo, infatti, può provare un senso di vergogna, sia legato ai rimproveri dei genitori, sia al cattivo odore. Il bambino può temere di essere smascherato dai compagni e, per questo, tendere all’isolamento sino a giungere a vissuti depressivi.

La problematica può sfociare anche in uno scarso controllo dell’aggressività ed una bassa tolleranza alle frustrazioni.

Ad essere compromessa non è soltanto la vita sociale dei bambini, ma anche quella dei genitori e dei fratelli (a causa del rischio di sporcarsi in macchina, al ristorante ecc).

È evidente come questo comporti ripercussioni negative sull’autostima del bambino.

COME AFFRONTARE QUESTA PROBLEMATICA

L’intervento, che coinvolge tanto i bambini quanto i genitori, consta di:

  • valutazione: utilizzando specifici metodi di indagine, verrà analizzato approfonditamente il caso specifico individuando i fattori di mantenimento del disturbo
  • psicoeducazione: volta a far comprendere a fondo le caratteristiche del disturbo
  • dieta: migliorare la dieta del bambino è un aiuto per favorire la defecazione
  • farmaci: se necessario, prescritti dal neuropsichiatra infantile o dal pediatra
  • regolarità: favorita da comportamenti ripetitivi, appresi dai genitori durante gli incontri di Parent Training
  • addestramento: del bambino utilizzando tecniche comportamentali, rivolte al bambino, per facilitare l’apprendimento o il riapprendimento del riconoscimento dello stimolo defecatorio.

Se credi che tuo figlio rientri nei sintomi sopra descritti, non esitare! Contattami, sarò disponibile per darti tutte le informazioni su questo disturbo e su come affrontarlo!