DISTURBO D'ANSIA GENERALIZZATA IN BAMBINI E ADOLESCENTI

Il disturbo d’ansia generalizzata, così come definito dal DSM-5, è caratterizzato dalla presenza di uno stato ansioso costante, indotto da preoccupazioni sproporzionate ed eccessive rispetto alla realtà dei fatti.

La preoccupazione eccessiva è pervasiva ed il bambino o l’adolescente ha difficoltà nel controllarla. Il contenuto di queste preoccupazioni si estende, molto spesso, ad una grande quantità di eventi o attività quotidiane come quelle sportive, scolastiche, relazionali, sociali o lo stato di salute (proprio e/o dei famigliari). Le più comuni sono le preoccupazioni per:

  • la salute, ad esempio: <<Se alla nonna venisse il cancro?>>; <<E se mamma e papà avessero un incidente?>>; <<Se salgo sullo scivolo e cado?>>
  • per le catastrofi, ad esempio: <<Se ci fosse un terremoto e la mia casa crollasse?>>; <<Se venisse così tanta pioggia da inondare casa mia?>>; <<E se arrivasse la terza guerra mondiale?>>
  • per la scuola, ad esempio: <<Se venissi bocciato?>>; <<Se la verifica fosse andata male?>>
  • per la propria incolumità, ad esempio: <<Se arrivasse un ladro e mi rapisse?>>; <<Se qualcuno mi rapisse mentre sono al parco?>>
  • per la puntualità, ad esempio: <<E se arrivassi in ritardo e non mi facessero più entrare a scuola?>>; <<E se arrivassi in ritardo ed il pullmino per la gita fosse già partito?>>

 

Ciò che rende la preoccupazione patologica non è il contenuto, ma la percezione che questa sia incontrollabile e sproporzionata.

Ad esempio:

<<Se all’interrogazione di scienze non mi ricorderò più nulla e farò scena muta il professore mi metterà un brutto voto e tutti rideranno di me. Diventerò lo zimbello della classe. Per l’imbarazzo non vorrò più andare a scuola ed ogni volta che ci andrò e mi interrogheranno farò scena muta. Verrò bocciato e sarò la vergogna della mia famiglia>>.

COSA POSSONO NOTARE I GENITORI

Per poter parlare di ansia generalizzata è necessario che l’ansia sia associata con tutti o alcuni dei seguenti sintomi:

  • irrequietezza
  • facile affaticamento
  • difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria
  • irritabilità
  • tensione muscolare
  • alterazioni del sonno

Inoltre, nei bambini o adolescenti con disturbo d’ansia generalizzata si possono notare:

  • perfezionismo e paura di sbagliare che comporta, anche, un’eccessiva lungaggine nello svolgere i compiti
  • ricerca di rassicurazioni
  • evitamento di tutte quelle situazioni che generano ansia o esperienze nuove nelle quali non si è sicuri di riuscire
  • mancanza di fiducia in se stessi, bassa autostima
  • paura delle critiche e dei giudizi negativi, continua richieste di approvazione
  • tendenza alla procrastinazione (<<Lo faccio poi..>>)
  • sintomi fisici come mal di testa, mal di stomaco, stanchezza, dolori muscolari
  • tendenza a preoccuparsi eccessivamente per gli eventi infelici accaduti agli altri per il timore che possano accadere anche a sé o alla propria famiglia.

COSA POSSONO RIFERIRE GLI INSEGNANTI

I maestri o i professori potrebbero notare:

  • ricerca di approvazione da parte degli adulti
  • difficoltà a parlare di fronte alla classe o ad esprimere la propria opinione
  • difficoltà nel portare a termine i compiti, frequenti vuoti di memoria
  • tendenza ad evitare le difficoltà e le novità
  • irritabilità
  • rifiuto di giocare con i compagni ad alcuni giochi considerati pericolosi

CONSEGUENZE

Le eccessive preoccupazioni, la paura di affrontare gli eventi e le situazioni temute, la limitazione delle proprie attività, possono interferire sulla vita sociale, sull’andamento scolastico, sul benessere e sulle relazioni personali.

COME AFFRONTARE QUESTA PROBLEMATICA

L’approccio cognitivo-comportamentale è considerato quello d’elezione per i disturbi d’ansia.

La prima fase dell’intervento consiste in un’attenta valutazione che, nei bambini, prevede sia colloqui con i genitori che con il minore stesso ed osservazioni dirette del comportamento. Nel caso degli adolescenti non sarà necessaria l’osservazione comportamentale.

Le fasi successive sono la psicoeducazione, sia con i genitori che con il bambino o il ragazzo, ed il monitoraggio delle situazioni fonte di preoccupazione.

Successivamente vengono insegnate strategie per gestire i sintomi fisici legati all’ansia, sia al bambino o ragazzo che ai genitori, attraverso un parent training.

L’intervento prosegue, poi, attraverso la messa in discussione dei pensieri e delle credenze irrazionali e, se necessario, un training di autostima ed assertività.

Durante l’ultima fase, si insegna all’infante o all’adolescente ad affrontare le situazioni temute ed evitate, si opererà prima in immaginazione e conseguentemente nella realtà.

Se hai riconosciuto tuo figlio in questa descrizione, non esitare a contattarmi, sarò disponibile per darti ulteriori informazioni su questo disturbo e su come affrontarlo!